La storia dello Champagne, prima di diventare questo simbolo universale di prestigio e festa, è una saga ricca e complessa che si estende su vari secoli. Dalla viticoltura rudimentale alla nascita del vino effervescente che conosciamo oggi, la regione della Champagne ha visto il proprio terroir e savoir-faire evolversi sotto l’influenza dei Romani, dei monaci benedettini e delle grandi famiglie champenois. Questo capitolo esplora queste radici profonde che hanno plasmato il Champagne come lo conosciamo oggi, con un accento particolare sui momenti fondatori e le figure leggendarie di questa storia.
2.1 Gli inizi della viticoltura in Champagne: Dai Romani ai monaci benedettini
La viticoltura in Champagne non comincia con le bollicine. Le sue origini risalgono all’Antichità, quando i Romani colonizzano la Gallia e introducono la coltivazione della vite nella regione. La città di Reims, chiamata allora "Durocortorum", diventa un importante centro di commercio del vino, e la viticoltura vi prospera già dal III secolo. Tuttavia, il clima settentrionale della Champagne pone delle sfide: gli inverni freddi e le gelate precoci impediscono spesso alle uve di raggiungere una maturazione completa. Eppure, questo particolare suolo gessoso, noto per le sue qualità di drenaggio, permette alla vite di prosperare, dando vita a vini leggeri e acidi, ideali per il consumo locale.
Sono però i monaci del Medioevo, in particolare i benedettini, a segnare una svolta decisiva nella storia della viticoltura champenois. Già dal IX secolo, i monasteri controllano vasti domini viticoli in Champagne. Sono tra i primi a catalogare i metodi di coltivazione della vite e a perfezionare l’arte della vinificazione. Le abbazie di Saint-Pierre d’Hautvillers, Saint-Nicaise e altre giocano un ruolo cruciale nella produzione di vini tranquilli in quell’epoca.
Un momento chiave di questo periodo è l’uso crescente delle cantine scavate nel gesso per conservare i vini, pratica che diventerà una caratteristica emblematica della regione. Queste cantine mantengono una temperatura costante ideale per la conservazione dei vini, una pratica che sarà essenziale più tardi per l’invecchiamento dello Champagne.
È sempre grazie ai monaci che i vini della Champagne iniziano a guadagnare fama, soprattutto alla corte dei re di Francia, dove vengono serviti durante le incoronazioni a Reims. Questi vini, originariamente tranquilli, si distinguono per una leggerezza e freschezza particolare, sebbene le loro bollicine fossero spesso percepite all’epoca come un difetto piuttosto che come una qualità.
2.2 Dom Pérignon e la leggenda: Mito e realtà dell’invenzione dello Champagne
La figura di Dom Pérignon è senza dubbio la più emblematica nella storia del Champagne. Monaco benedettino dell’abbazia di Hautvillers alla fine del XVII secolo, Dom Pierre Pérignon è spesso erroneamente accreditato come l’inventore del Champagne. Ma cosa si cela realmente dietro la leggenda? Come spesso accade nella storia del vino, la verità è più complessa del mito.
Dom Pérignon non ha inventato lo Champagne nel senso stretto del termine. Ciò che oggi chiamiamo vino spumante era già una realtà all’epoca, sebbene considerato un difetto dovuto a fermentazioni incomplete. Infatti, il clima freddo della Champagne impediva a volte alla fermentazione di completarsi prima dell’arrivo dell’inverno. In primavera, con l’aumento delle temperature, i lieviti si risvegliavano e producevano anidride carbonica, creando così bollicine nel vino. Questo fenomeno portava spesso all’esplosione delle bottiglie, poiché non erano ancora progettate per resistere alla pressione.
Il vero contributo di Dom Pérignon risiede piuttosto nel suo ruolo di innovatore nella vinificazione. Egli perfezionò l’arte dell’assemblaggio, mescolando vitigni e vini di diverse parcelle per creare cuvée più armoniose. È anche riconosciuto per aver introdotto diverse tecniche che migliorarono la qualità dei vini di Champagne, come l’uso dei tappi in sughero, una migliore selezione delle uve e l’eliminazione delle bucce nere dell’uva per creare vini bianchi da vitigni neri (un principio fondamentale del Champagne moderno).
La leggenda secondo cui Dom Pérignon avrebbe esclamato, degustando il suo primo bicchiere di Champagne: «Venite presto, sto assaggiando le stelle!» è romantica ma apocrifa. Tuttavia, il suo nome resta per sempre associato all’evoluzione verso un Champagne più raffinato, e la prestigiosa cuvée "Dom Pérignon", prodotta da Moët & Chandon, è un omaggio diretto a questa eredità.
2.3 Le grandi famiglie champenois: Chandon, Taittinger, Bollinger e la loro influenza
Tra il XVIII e il XIX secolo, diverse famiglie svolsero un ruolo determinante nella trasformazione del Champagne in un vino di fama mondiale. Queste famiglie, attraverso le loro rispettive «Maison», posero le basi della produzione moderna e della commercializzazione su larga scala. Ecco alcune delle più influenti:
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- Moët & Chandon: Fondata nel 1743 da Claude Moët, questa «Maison» di Champagne fu tra le prime a sfruttare il potenziale commerciale del vino spumante. Grazie alla relazione privilegiata tra Jean-Rémy Moët, nipote del fondatore, e Napoleone Bonaparte, la «Maison» si impose rapidamente come un marchio imprescindibile alla corte imperiale. Moët & Chandon si distingue per la capacità di produrre in grandi quantità mantenendo una qualità costante. Nel XX secolo, l'acquisizione della marca Dom Pérignon consolida la loro posizione come «Maison» leader.
- Taittinger: Fondata nel 1734 con il nome di Forest-Fourneaux, questa «Maison» fu acquistata dalla famiglia Taittinger negli anni Trenta. Pierre Taittinger, uomo d’affari lungimirante, si distinse mettendo l’accento sui Champagne raffinati ed eleganti, in particolare i Blanc de Blancs, a base di Chardonnay. Il legame stretto della famiglia con l’arte e la cultura rende Taittinger una «Maison» rinomata per il suo raffinatezza e il suo patrimonio culturale.
- Bollinger: Fondata nel 1829, Bollinger è una «Maison» che incarna lo spirito del Pinot Noir e la tradizione champenoise più pura. Nota per i suoi Champagne potenti e complessi, Bollinger rimane una casa familiare, indipendente e legata alle tecniche tradizionali. È anche famosa per essere il Champagne preferito di James Bond nei film, rafforzando la sua immagine di lusso ed esclusività.
Queste famiglie, e molte altre, hanno trasformato la Champagne in un centro mondiale di produzione di vini spumanti. La loro influenza non si limita alla produzione; hanno anche svolto un ruolo cruciale nell’esportazione del Champagne, in particolare verso l'Inghilterra e gli Stati Uniti, creando una domanda mondiale per questo vino prestigioso.
Conclusione del Capitolo 2
La storia dello Champagne è una lunga e affascinante evoluzione, dall’introduzione della vite da parte dei Romani alla fondazione delle grandi «Maison» familiari che hanno portato questo vino oltre i confini francesi. Dai monaci benedettini a Dom Pérignon, fino alle grandi famiglie come Moët e Taittinger, ogni epoca ha apportato il suo contributo di innovazioni e perfezionamenti. Ciò che distingue oggi lo Champagne è non solo il suo prestigio, ma anche la perseveranza dei saperi ancestrali, mantenuti vivi dagli artigiani del terroir champenois. Questa ricchezza storica pone le basi di un vino che, al di là delle bollicine, incarna un autentico patrimonio vivente.